sabato 23 aprile 2016


Vi porterò con me
Incontro con Giovanni Allevi
 
Ci siamo rincontrati a Fermo, nella Sala del Palazzo dei Priori, complice la pubblicazione “ Vi porterò con me-la mia vita con la musica”. Tanti anni passati da quel felice sodalizio culturale instaurato ai tempi del liceo , alla ricerca  di un’ ideale  filosofico-musicale estensibile anche alla vita quotidiana. Mi assale il desiderio di raccontarvi, di  dilungarmi e sperdermi nelle articolazioni dei ricordi… sul filo di ideali di libertà irraggiungibili ma che nella filosofia di F.Nietzsche, specie nell’ esaltazione dello spirito dionisiaco della “ Nascita della tragedia”, ci sembravano e ancora  ci appaiono quasi raggiungibili. Ricordo l’ allievo Giovanni Allevi , tra appunti , interventi filosofici e valutazioni che volutamente sprofondavano in arricchimenti musicali specie dell’ Ottocento e del Novecento. Mentre spuntavano sopra il banco, tra le tante carte ,numerosi  spartiti musicali. Lasciavo fare…lo ascoltavo e notavo con quanta  energia e convinzione da spunti spesso  bachiani fosse in grado di partorire  riferimenti alle composizioni mozartiane e beethoveniane. In articolati intrecci filosofici che richiamavano il pensiero critico di  Parmenide ed Eraclito. Con grande sorpresa ed attenzione da parte degli altri alunni.  Insomma, sono i ricordi di un “ anziano” professore di filosofia duettante con un giovane alunno che riusciva a rafforzare, già, la passione musicale con l’ esercizio della filosofia. Quell’alunno mi è ancora di fronte: l’ animosità e la passionalità sono rimaste esattamente le stesse. Anche gli arruffati e ricciuti capelli sembrano dire la stessa cosa. Come pure la voglia di fare ed arrivare. Con un  sogno comunque realizzato: vivere il presente il più intensamente possibile. Proprio come lo spirito dionisiaco e apollineo fusi insieme. Un grazie di cuore a Giovanni per tanta animosità, per l’ esempio di perseveranza e coraggio nella sperimentazione musicale che manifesta ancora oggi davanti ad un  pubblico di giovani ,alcuni dei quali , al contrario, delusi ed amareggiati, hanno abbandonato troppo presto la voglia di battagliare e di costruire un futuro migliore.
 
Giuseppe Fillich
 

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